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[COMUNICATO STAMPA] Dopo la manifestazione della Fiom

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2010 13:50
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Città: BELLUNO
Età: 37
Sesso: Maschile
24/10/2010 13:50

La manifestazione della Fiom ha rimesso al centro un’identità alternativa e sociale.

La scorsa estate, quando è stata convocata, sull'onda dei fatti legati all'accordo di Pomigliano, la manifestazione Fiom del 16 ottobre sembrava solamente una normale manifestazione sindacale indetta da una categoria accerchiata e bisognosa di rompere l'assedio. Oggi possiamo dire che è stata la principale manifestazione politica di opposizione; ha destato preoccupazione e spinto il governo alla solita mossa dell'allarmismo per creare allarme e inquietare la discussione.
La manifestazione invece è stata un problema politico innanzitutto per il governo perché ha dimostrato, nelle forme, nei suoi numeri e soprattutto nei suoi contenuti che quell'Italia legata a valori forti come la dignità del lavoro, la giustizia sociale, il rispetto dei diritti, il protagonismo democratico, è ancora forte e viva.
Essa è stata una sconfitta per la pretesa governativa di governare dall'alto il conflitto sociale utilizzando ed impigliando la naturale e salutare dialettica del mondo del lavoro.
Per il Governo è stata una sconfitta politica ed anche numerica, quando si è visto che un solo sindacato, i suoi alleati ed i movimenti sono in grado di mobilitare forze di gran lunga superiori a quelle del partito di Berlusconi.
Per questo i Maroni, i Sacconi e gli altri hanno soffiato sul fuoco, alzando il tiro di una provocazione oramai vista in scena decine e decine di volte e cercando di mischiare le carte.
La manifestazione della Fiom e dei movimenti che hanno aderito fa tutt’oggi paura soprattutto perché modifica l'agenda e impone un altro discorso politico verso i lavoratori e verso i precari.
Non è stata una manifestazione in cui si parlava della politica di palazzo, di manovre e di tattiche, ma di vita concreta, di vite vissute sui luoghi di lavoro e nella precarietà della vita, nella durezza quotidiana che riguarda milioni di uomini e donne.
È stata la manifestazione della solitudine degli operai di Termini Imerese, ma anche dei lavoratori bellunesi rimasti senza lavoro e privi di futuro; la manifestazione è stata anche di quegli operai licenziati e reintegrati ma che trovano mille ostacoli; di quelle centinaia di migliaia di cassaintegrati che non sanno se troveranno un nuovo lavoro e a cui nessuno dà una risposta, tanto meno il nuovo ministro dello Sviluppo economico.
È stata la manifestazione che ripropone la dialettica irriducibile tra il lavoro ( risorse umane) e il capitale (imprenditoria), tra un'identità di classe, moderna e ancora tutta da esplorare, ma pronta a fare la sua parte.
Per questo essa ha descritto un’identità, un insieme che è anche una risorsa per uscire dalla crisi, complessiva, di questo paese. Un'identità basata sul lavoro ma che lo dilata e guarda oltre.
Non a caso sabato ci sono stati in piazza anche gli studenti medi e gli universitari, i lavoratori e le lavoratrici della ricerca, della formazione, della scuola, settori della società civile impegnati politicamente, comitati per l'acqua pubblica ed i beni comuni.
Ancora una volta si evidenzia una soggettività, una possibile cultura comune, molteplice che fa però le prove dell'unità.
Si è vista all'opera anni fa quando ci furono i Social forum e poi in altre forme diverse, ma sempre in movimento.
Dovremmo trovare le forme di ridare luoghi comuni a questo "popolo", dai territori, trovando strumenti condivisi che diano la possibilità di una relazione permanente; perché il giorno dopo, "non ci si perda di vista" e si possa continuare a incidere nel dibattito pubblico, continuando a tessere una tela originale fatta di riforma della politica stessa, di partecipazione ma sopratutto di democrazia.





Ringraziando per la pubblicazione vogliate gradire i più cordiali saluti.






Per la Federazione

Andrea Segat


In allegato il comunicato in versione scaricabile
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